Dall’inverno alla primavera, il dolore aiuta a fiorire

C’è una parola che più di tutte sentiamo nostra in questi giorni. È la parola crisi, che ci viene ripetuta all’infinito, e che per noi è utile leggere come opportunità. Non a caso in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità. Vorremmo partire proprio da qui e ricordare a tutti e a tutte di provare a vivere i momenti di crisi come opportunità e come passaggio verso un cambiamento significativo, verso una transizione e un futuro diverso. Ne abbiamo parlato con Manuela Padoan, psicologa e musicoterapeuta, e fondatrice di Spazio Incanto, e con la dott.ssa Valentina Franchi, psicologa e collega di Illasi (VR) fondatrice dello spazio fiore della vita. Entrambe le dr.sse sono in formazione presso la scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicosomatica Aneb, istituto di ecobiopsicologia ad indirizzo psicodinamico sistemico complesso. Ecco l’intervista.

Perché dobbiamo per forza far fatica per cambiare? È sempre necessario incontrare il dolore per trasformarci e rinnovarci? 

Manuela Padoan: Un giorno ad Asolo, durante un seminario della mia scuola di psicoterapia ricevo una foto del dr. Cavallari di un ramoscello che si sta scongelando, e quindi liberando dalla neve e dal ghiaccio invernali, con una frase del dr. Frigoli che cita così: “Il mio compito di assimilare la rete relazionale esistente fra gli istinti corporei delle forme vitali e le loro immagini poteva avvenire solo con difficoltà”. Da un lato mi spaventò questa immagine, un po’ tetra, dall’altra mi dicevo “che fatica tutta sta fatica” e da un’altra parte ancora mi dicevo “ok stiamo a vedere cos’ha da dirmi questo, dove mi porterà. E da lì molte cose sono successe. Questo mi fa pensare anche alla parola “crisi”, che nella sua etimologia significa “scelta”, “decisione”, “fase decisiva di una malattia o sintomo”. Quindi in questo termine si nasconde un’opportunità, l’occasione di fare diversamente da come si è sempre fatto, la possibilità di cambiare le cose, provare a scrivere un racconto con un finale diverso. Doloroso? Certo. Pensiamo a quando immergiamo i piedi nell’acqua gelida di un torrente, ad un certo punto dobbiamo toglierli perché fanno male e proprio nel passaggio dal freddo al caldo si percepisce questo doloroso e allo stesso tempo piacevole cambio di stato che sta avvenendo e possiamo lasciarci andare in un “aaaah…. che meraviglia, che stupore!”

ll tema della Fede, della Fiducia e dell’Affidarsi nel cambiamento. Quanto è importante anche nella relazione tra il paziente ed il terapeuta?

Manuela Padoan: Il tema della fede è molto importante nel processo del cambiamento e di guarigione per la persona. Ci invita a lasciare andare le vecchie credenze, schemi, dinamiche interne/esterne per poter aprirci al nuovo. In questo cammino il tema del controllo è centrale: apparentemente l’iper-controllo ci tiene tranquilli, al sicuro, ma alla lunga può attivare emozioni legate all’ansia, all’eccessivo sforzo e fatica, al tenere le cose e le persone alle nostre dipendenze. Questo sovraccarico porta una pressione interna molto forte che può sfociare con sintomi e malattie legati al corpo e alla psiche. 

Da psicologa ed ecobiopsicologa in formazione qual è l’invito che fai ai tuoi pazienti?

Valentina Franchi: L’invito è quello, passo dopo passo, di lasciar andare questo controllo e abbandonarsi alla parte “misteriosa” della Vita, a quegli intrecci, sincronicità, avvenimenti che ci possono guidare e aiutare nel processo del rinnovamento. Un po’ come quando il seme è sotto terra durante l’inverno, esso appunto non è visibile esternamente, è proprio quel tempo di calore e fiducia sotto terra, che lo porterà a germogliare, fiorire e portare poi i frutti.

È importante infine sottolineare che per affidarci dobbiamo innanzitutto trovare il coraggio di prendere una decisione interna che ci fa muovere verso il cambiamento; c’è una frase di Goethe parla proprio di questo ed è stata tra l’altro fonte di ispirazione nel creare il progetto “Fiore della Vita” e il mio studio di Psicologa:

“Nel momento in cui uno si compromette definitivamente, anche la provvidenza si muove. Ogni sorta di cose accade per aiutare, cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, facendo sorgere a nostro favore ogni tipo di incidenti imprevedibili, incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato potessero venire in questo modo. Tutto quello che puoi fare, o sognare di poter fare, incomincialo. Il coraggio ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso.”

Cosa ci può aiutare concretamente e quotidianamente a coltivare ed allenare la presenza e l’attesa? 

Manuela Padoan: Di sicuro osservare ed affidarsi al corpo. Siamo troppo abituati a trattarlo come strumento su cui la mente la fa da padrona, invece il corpo porta in sé una grande saggezza. Fare caso a come si respira come prima cosa, osservarlo e se possibile fare dei percorsi con delle meditazioni che aiutino ad espanderlo, dilatarlo e rallentarlo. 

Come si impara questo ascolto?

Manuela Padoan: Anche alcune pratiche yoga potrebbero aiutare. Un approccio Mindful dalla vita, fare caso a come i cinque sensi vengono coinvolti in oggi piccolo gesto quotidiano. Fatelo con il cibo, con il vino, con la musica, con le parole, con l’arte. Fate caso a come ogni senso può essere coinvolto. A casa potete farlo tagliando un limone. 

Tu utilizzi anche il canto per entrare in connessione con la mente e il corpo.

Manuela Padoan: Il canto che è uno strumento potentissimo di connessione mente corpo e di presenza, che utilizzo anche nei percorsi terapeutici laddove possibile. Per me il canto è un canto che tiene a riferimento un punto di vista psicofonetico e quindi un canto che tenga conto della fisiologia e anatomia corporea umana. Il diaframma, che separa la cavità toracica da quella addominale, viene anche chiamato muscolo della vita. Ha una parte più esterna muscolare che si attacca alle coste, 2 pilastri nella zona lombare e una parte tendinea più al centro. Lì passano attraverso gli orifizi (che sono 3) l’aorta, l’esofago e la vena cava inferiore e quindi dilatare il respiro e fare in modo che il diaframma funzioni libero senza blocchi è anche per questo che aiuta la circolazione sanguigna e la digestione. Oltre a questo il diaframma non collassa sugli organi inferiori proprio perchè sostenuto dal cuore, quindi a proposito di saggezza corporea connettere cuore, respiro, pancia e cervello, affinché tutto funzioni coerentemente, è davvero fondamentale per la salute dell’essere umano.

Perché spesso siamo incapaci di aspettare e costruire per piccoli passi il cambiamento, cerchiamo la soluzione più veloce e vogliamo tutto subito?

Valentina Franchi: L’attesa è una qualità e un atteggiamento che si allena fin quando si è piccoli. Pensiamo anche all’immagine della donna in gravidanza e che si trova in uno stato appunto di “dolce attesa”. C’è bisogno di un tempo necessario perché quella minuscola cellula iniziale, maturi, si trasformi e diventi a tutti gli effetti un neonato. L’attesa è quindi un tema centrale e vitale per l’uomo. Come vi dicevo questo atteggiamento nasce nel bambino proprio nei primi mesi di vita quando la madre da il latte e il bambino si allena a piccoli passi ad aspettare che gli venga dato il nutrimento. Sarà proprio la madre, in grado di sintonizzarsi con il bambino, a guidarlo pian pianino in questo processo di crescita interiore. L’attesa è legata infatti allo sviluppo nel bambino del pensiero e della creatività. Ecco l’importanza di creare momenti vuoti e anche di noia per i bambini, essi sono grandi occasioni per esplorare il potenziale che c’è in ognuno di loro. Queste azioni sono preventive e aiutano poi i ragazzi ed i futuri adulti a sapersi adattare nelle varie situazioni, generare nuove idee e a portare un atteggiamento di calma e pace interiore.


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